Ortofrutta, "effetto sacchetto”: crolla lo sfuso, boom del confezionato

Ortofrutta, "effetto sacchetto”: crolla lo sfuso, boom del confezionato

Pesa l’effetto “sacchetto” nel reparto ortofrutta: si registra, infatti, nel 1° trimestre dell’anno una flessione delle vendite in volume di “sfuso” del 3,5% (-7,8% la spesa) e un’impennata senza precedenti degli acquisti di ortofrutta fresca confezionata (+11% a volume e +6,5% la spesa). Sono questi i principali risultati delle dichiarazioni di acquisto delle 9.000 famiglie che hanno partecipato al panel sui consumi domestici dell’Ismea col supporto Nielsen. “Si tratta di numeri – osserva l’Istituto - che rendono ipotizzabile come la reazione istintiva avversa dei consumatori – anche a seguito del forte seguito mediatico attribuito all’evento – abbia fornito un’accelerazione a un processo di sostituzione di per sé già in atto”.

L’obbligo dei sacchetti biodegradabili in Italia è stato introdotto dalla legge 123/2017, emanata anche per recepire una direttiva dell’Ue in tema di materiali di imballaggio. Direttiva che fissa degli obiettivi in termini di riduzione nell’utilizzo dei sacchetti di plastica per gli Stati membri e lascia loro una certa libertà d’azione. L’Ue stabilisce che, riguardo i bio shopper, gli Stati possano prevedere l’uso di strumenti economici come la fissazione del prezzo, imposte e prelievi, purché questi portino a una riduzione sostenuta dell'utilizzo di borse di plastica. In Italia, si è deciso di esplicitare un costo per ogni singolo sacchetto.


L’aumento degli acquisti ha riguardato essenzialmente gli ortaggi (+6%), le patate (+3%), la IV gamma (+3%) e gli agrumi (+6%), mentre la frutta ha registrato un calo del 10% circa. “Queste dinamiche di vendita di ortofrutticoli freschi – puntualizza Ismea - è avvenuto in un contesto caratterizzato dalla riduzione dei prezzi medi di tutte le principali categorie con conseguente riduzione della spesa che, nel complesso, è scesa del 2,5% rispetto al 1° trimestre 2017”.

La novità e la sorpresa contenuta nei dati della ricerca sta nella forza impressa a questa tendenza dall’entrata in vigore della nuova disposizione. Non a caso, nel 1° trimestre 2018 le vendite di ortofrutticoli confezionati rappresentano il 32% del totale contro il 29% dello stesso periodo 2017. Il confronto dei prezzi medi evidenzia che, a parità di prodotto, “i confezionati” costano mediamente il 43% in più degli “sfusi”, anche se non mancano le eccezioni costituite da prodotti di calibro o qualità superiore rispetto al confezionato. È il caso, ad esempio, degli agrumi e delle patate le cui vendite di sfuso avvengono a prezzi superiori rispettivamente del 6 e del 2%. Nel caso dei pomodori, invece, il “confezionato” costa ben il 75% in più dello “sfuso”.