Ecco perché sale e zucchero sono sempre "nascosti" al supermercato

Ecco perché sale e zucchero sono sempre "nascosti" al supermercato

Il marketing detta legge tra gli scaffali del supermercato e ogni angolo del punto vendita di generi alimentari, detersivi e articoli per la casa è organizzato in modo da orientare il cliente su scelte gradite alle aziende produttrici che non a caso spendono tempo e denaro proprio a tal fine.

Nulla, neanche i dettagli, sfugge a questa logica commerciale: così si spiega, ad esempio, il “mistero” della disposizione dei beni di prima necessità come pasta, zucchero e sale in zone meno visibili del supermarket.

Ognuno di noi infatti è portato naturalmente a privilegiare alcuni punti dei reparti, meglio posizionati, rispetto ad altri invece destinati a scomparire dal raggio d’azione del consumatore, complice la mancanza di tempo che impone scelte frettolose o istintive dei prodotti da aggiungere nel carrello della spesa.

In pole position e cioè sugli scaffali a fine corsia oppure vicino alle casse, a dispetto del reale ordine d’importanza della merce disponibile al supermercato, finiscono pertanto i cibi e le bevande di determinate marche evidentemente ben attrezzate e rappresentate a livello di marketing nella grande distribuzione.

Ecco il motivo per cui non si trovano mai con facilità le cose che servono davvero e vanno comprate comunque, mentre al contrario si viene portati quasi in automatico a soffermarsi su scomparti ricchi di beni superflui e magari non genuini.

Qualcuno, ai vertici della catena della distribuzione, conosce perfettamente i meccanismi dell’acquisto indotto o compulsivo e concorda in via preventiva coi gestori delle catene di supermercati le tecniche di esposizione di tutta la merce in vendita.

Tra i metodi usati per guidare il consumatore nella scelta dei prodotti, c’è il tradizionale category management che porta ad aggregare gli articoli secondo “criteri di natura merceologica o funzione di utilizzo” come spiegato al sito dell’Adnkronos dal docente di Marketing dell’Università Bocconi di Milano Antonella Carù.