Rai: Foa 'resto nel cda', ma è battaglia legale. Salvini: 'Il mio nome per la presidenza resta il suo'

Rai: Foa 'resto nel cda', ma è battaglia legale. Salvini: 'Il mio nome per la presidenza resta il suo'

Il suo nome per la presidenza Rai resta quello di Marcello Foa? "Assolutamente sì". A costo di rompere con Berlusconi? "Io guardo al merito, guardo se una persona vale". Così il vicepremier Matteo Salvini risponde ai giornalisti a margine di una cerimonia dei vigili del fuoco: "Mi devono dare una giustificazione valida per dire no". "Sentire il Pd che parla di lottizzazione, quando hanno lottizzato fino all'ultimo sgabuzzino, l'ultima pianta grassa, l'ultimo posacenere non solo in Rai ma in tutta Italia, mi fa ridere".

"Sono ancora in attesa di indicazioni dell'azionista e nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano". Lo dice Marcello Foa, dopo lo stop di ieri della commissione di Vigilanza che non ha approvato la sua nomina a presidente Rai. "Oggi ho informato i miei colleghi del consiglio di amministrazione - sottolinea Foa in una nota - che sono ancora in attesa di indicazioni dell'azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano, nell'esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai". "Voglio sottolineare - spiega ancora Foa - che in queste prime riunioni il clima all'interno del consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese".

"Ho deciso di servire la Rai con estremo rispetto delle regole, di un'etica professionale e delle consuetudini del mandato da consigliere che mi è stato conferito. Intendo rispettare questo patto tra gentiluomini fino in fondo. Sebbene molti continuino a provocarmi in ogni modo, io non cederò a queste provocazioni e attenderò con molta serenità e fiducia che l'azionista mi dica cosa sia opportuno fare non nel mio interesse, ma nell'interesse della Rai. Dopo di che io mi adeguerò molto serenamente". Così il consigliere anziano Rai Marcello Foa in un video su Facebook.

Nessun imbarazzo per la presenza del figlio di Marcello Foa nel suo staff? "Assolutamente no". Così il vicepremier Matteo Salvini ha risposto ai giornalisti lasciando la scuola dei Vigili del Fuoco dopo una cerimonia. 

Marcucci, pronti ad andare dal Capo dello Stato - "Se l'occupazione abusiva di Marcello Foa in Rai continuerà, siamo pronti a chiedere al Capo dello Stato di riceverci. Le prerogative del Parlamento nella effettività della carica di presidente sono chiare, e il governo M5S e Lega le sta stravolgendo. Si deve procedere subito ad una nuova candidatura che passi dal Cda e venga votata dalla Vigilanza". Lo afferma il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

Borioni, cda voti subito un nuovo presidente  - "Dobbiamo procedere al più presto a una nuova votazione sul presidente. Ho chiesto oggi alla maggioranza del consiglio di esprimere un nuovo nome, da sottoporre al voto del cda e poi alla ratifica della Vigilanza". Lo dice il consigliere Rai Rita Borioni (in quota Pd), sottolineando la sua preoccupazione "per la possibile nullità degli atti del cda". Un tema che ha posto anche a livello formale: "All'inizio della prossima riunione, prima di qualsiasi decisione, chiederò una dichiarazione formale sui poteri del consigliere anziano e sulle funzioni del consiglio in questa situazione".

Fnsi-Usigrai, pronti a impugnare atti illegittimi - "Marcello Foa come consigliere anziano può esclusivamente convocare, e con urgenza, il consiglio di amministrazione per dare finalmente alla Rai un presidente di garanzia. Un qualunque altro atto che andasse oltre sarebbe una frode della legge e una usurpazione delle attribuzioni della Commissione di Vigilanza. L'autoproclamazione come 'coordinatore' del cda, figura non prevista da alcuna norma, più che una furbata lessicale è uno sfregio al Parlamento". Lo sostengono Fnsi e Usigrai, dicendosi pronti a impugnare atti illegittimi del cda.

E' muro contro muro tra Lega e Forza Italia sulla presidenza della Rai. La frattura si apre di buon mattino, con la bocciatura di Marcello Foa in commissione di Vigilanza grazie al 'non voto' dei parlamentari azzurri, schierati con Pd e Leu contro la ratifica dell'ex firma del Giornale. La rottura si consuma nel tardo pomeriggio, con il fallimento definitivo dell'ipotesi di ricompattare il centrodestra sul nome di Foa. "FI non lo rivoterà mai" avverte Berlusconi. Salvini attacca: "Hanno scelto il Pd per fermare il cambiamento" e la Lega non arretra: "Il cda della Rai è in carica e può svolgere mansioni e funzioni". La visita, in mattinata, del ministro dell'Interno al Cavaliere, ricoverato al San Raffaele, non serve a riavvicinare le posizioni dei due (ex?) alleati: a San Macuto, gli azzurri restano compatti e la maggioranza giallo-verde raccoglie 22 voti a favore di Foa (uno in meno rispetto a quelli che aveva sulla carta con l'appoggio di Fdi), sotto il necessario quorum di 27. "Mi rimetto alle decisioni dell'azionista", commenta Foa, presidente 'mancato', lasciando subito intendere che non intende dimettersi dal cda (come fece invece Andrea Monorchio, nel 2005, dopo la bocciatura in Vigilanza) in attesa di un segnale dal governo. Apre così, da consigliere anziano, la riunione lampo del cda di Viale Mazzini che in poco più di venti minuti non può che limitarsi a prendere atto del voto della bicamerale e aggiornarsi a domani. Il Tesoro, intanto, si chiama fuori: il ministro Tria non ha mai dato indicazioni sulla nomina del presidente della Rai, funzione che la legge affida al cda, e non intende farlo, sottolineano fonti del Mef, ricordando che l'azionista ha indicato al Consiglio dei ministri due consiglieri e ne ha designato uno (Salini) per la carica di ad. Foa "è una persona libera che ha lavorato nell'ambito dell'informazione del centrodestra, conto che abbia il sostegno di tutto il centrodestra", insiste da subito Salvini e sembra aprire a un margine di intesa. Più cauta la posizione del vicepremier Di Maio: "Va eletto un presidente della Rai: se ci sarà un'intesa tra le forze politiche su Foa è auspicabile che torni, altrimenti sono le forze politiche che siedono in commissione, nella loro interlocuzione, che possono trovare un'alternativa". Ma dopo l'arroccamento di Berlusconi sul no, il Carroccio decide di forzare: il consiglio può andare avanti così com'è. Una posizione che evoca chiaramente la volontà di procedere in tempi brevi alle nomine in testate e reti, ma che pone una questione giuridica, oltre che politica. Foa è infatti il consigliere più anziano all'interno del cda, un ruolo contemplato anche dallo Statuto della Rai, e come tale ha coordinato i lavori anche oggi. Le regole prevedono però che eserciti le funzioni del presidente in mancanza di un vicepresidente, che a sua volta può essere nominato solo se la nomina del presidente è diventata "efficace", cioè abbia avuto l'ok della Vigilanza. Insomma un rompicapo: non a caso oggi in cda Rita Borioni, eletta in quota Pd, chiede un chiarimento tecnico sui poteri del consigliere anziano. "Il cda non è legittimato, non può prendere decisioni senza un presidente reso efficace da voto Vigilanza. Se ascoltano Salvini rischiano la fine del caso Meocci: consiglieri condannati da Corte Conti a pagare 11 milioni", avverte su Twitter il deputato dem Michele Anzaldi. Chi prova, invece, a sparigliare sono Usigrai e Fnsi, con una doppia proposta a cda e partiti: scegliere per la presidenza Riccardo Laganà, consigliere eletto dai dipendenti di Viale Mazzini, oppure un cronista sotto scorta, simbolo di quel giornalismo esemplare citato di recente anche da Di Maio. Se è stallo sulla presidenza, è già al lavoro, invece, il neo amministratore delegato Fabrizio Salini, impegnato al settimo piano nei colloqui con i primi riporti dei settori della governance e della comunicazione. E scrive ai dipendenti, invitandoli ad essere protagonisti di "una nuova pagina del servizio pubblico". "E' mia intenzione - assicura il manager - lavorare con impegno, coniugando creatività e rigore, consapevole che nessun obiettivo potrà mai essere raggiunto senza il pieno coinvolgimento di tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, tramite il proprio lavoro, rendono davvero grande questa azienda".