Cerco camerieri e non li trovo

Cerco camerieri e non li trovo

Il fil rouge che collega tutti gli articoli che se la prendono con il Reddito o quelli che accusano direttamente i candidati è uno: non vengono mai citate le condizioni contrattuali che vengono proposte ai lavoratori né si ritrovano mai in rete annunci di lavoro postati dagli imprenditori che rilasciano queste interviste.

Dieci ore al giorno, sei giorni su sette. Lo stipendio? Forfettario e pagato in parte con bonifico e in parte in contanti. Ovvero in nero. Questo è solo un esempio delle offerte di lavoro in cui si imbattono i lavoratori della ristorazione e del turismo in cerca di un impiego per la stagione. “Non riusciamo a trovare personale”. “Il reddito di cittadinanza ha rovinato il mercato”. “Cerco camerieri e non li trovo”. Ogni anno all'inizio della stagione sui quotidiani di tutta Italia torna a farla da padrone la sempreverde campagna contro i giovani che non hanno voglia di lavorare, edizione “mancano lavoratori per la stagione estiva”.

In coda alla sequela di protesta di ristoratori e albergatori che si lamentano di non trovare dipendenti per le proprie attività, a mettere il carico da 90 sulla classica polemica di inizio primavera è stato uno degli chef televisivi più famosi d’Italia: Alessandro Borghese. In un’intervista concessa al Corriere della Sera, ha dichiarato di essere alla perenne ricerca di collaboratori “ma fatico a trovare nuovi profili”. E poi, ancora: “Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte né parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione”.

La reltà è ben diversa con contratti a chiamata da 6 euro l’ora. Straordinari non pagati e giorni di malattia negati, pena il mobbing o il mancato rinnovo. Finti part-time che mascherano una realtà fatta di 60 ore di lavoro alla settimana, in buona parte notturne. Per poco più di 1.000 euro al mese, quando va bene. Nessuno spazio per la vita privata. Livelli di stress altissimi, spesso affrontati abusando di droghe e alcolici per non crollare. Con la conseguenza che molti, a un certo punto, dicono basta. Si licenziano, cambiano settore oppure se ne vanno all’estero.

La scuola alberghiera negli ultimi anni ha avuto un vero boom di iscrizioni complice il cosiddetto effetto Masterchef. Ma la realtà è fatta di salari in nero, vessazioni, ricatti, giornate lavorative di 17-18 ore di fila. Per questo la maggior parte dei diplomati cambia ambito lavorativo pochi anni dopo il diploma. E così si spiegano anche le lamentate difficoltà di ristoratori e chef a trovare collaboratori che accettino di lavorare a queste condizioni. L’emergenza del lavoro sfruttato riguarda però quasi tutti i comparti, dall’accoglienza alla sanità passando per logistica e comunicazione.

Ovviamente uno che prende il reddito di cittadinanza di 500 o 600 euro al mese, va a lavorare senza diritti in un ristorante 10 ore al giorno a 700 euro al mese?. Se i contratti fossero giusti e anche gli straordinari retribuiti, con stipendio minimo di 1500 euro ci sarebbero moltissimi ragazzi pronti a lavorare, poi se gli imprenditori cercano schiavi, mi sa che il periodo è sbagliato.
Insomma, abbiamo capito che chef, cuochi e camerieri in Italia sono sottopagati. Se ci fossero paghe adeguate e orari umani non rifiuterebbero di sicuro un lavoro anche perchè il reddito di cittadinanza non è sufficiente per vivere dignitosamente, viene usato come  scusa per non ammettere di essere degli sfruttatori.